Terremoto Centro Italia: #socialprociv e influencer nella comunicazione del rischio

05 settembre 2016

I 142 secondi del La scossa di terremoto che la notte del 24 agosto ha straziato il centro del nostro paese, ci ha imposto una riflessione sul ruolo che svolgono i social media nella comunicazione del rischio e dell’emergenza in Italia.

Autorevoli comunicatori, influencer e attivisti della rete in questi giorni si sono avvicendati nel fornire strategie, vademecum, ricette e lezioni per redimere dall’obsolescenza la comunicazione di crisi in Italia.

L’overflow informativo, il reply delle notizie, lo storytelling del dolore e la consacrazione a tutti costi di eroi, aiutanti e antagonisti di “propperiana” memoria, hanno riproposto online una narrazione dell’emergenza già vissuta in calamità del passato.

Il terremoto delle 3.36 ha ribadito la velocità di reazione di Twitter rispetto ai media mainstream, ha rinverdito le polemiche sulla comunicazione social del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e confermato la maturità del sistema nella risposta alle emergenze.

Tutte queste analogie tra il sisma dei giorni scorsi e quelli del recente passato, ci impongono di prendere in considerazione quali elementi possano dare discontinuità e valore al dibattito sulla comunicazione pubblica e di crisi nel paese.

Lontani dalle logiche “emergenziali” di queste settimane il tema della prevenzione dei rischi è senz’altro il più importante, ma il meno presente sui feed dei social media in Italia.

Twitter e Facebook sono stati invasi da topic e hashtag come terremoto, rischio sismico, protezione civile e anche gli account social della pubblica amministrazione non sono stati da meno, riportando news, immagini, aggiornamenti dall’epicentro e dimostrando sensibilità e coinvolgimento in materia.

A controprova di questo interesse e tenendo conto dell’articolo 6, comma 1, della legge n. 225 del 24 febbraio 1992 che individua come componenti del Servizio Nazionale di Protezione Civile, “amministrazioni dello Stato, regioni, province, comuni e comunità montane”, abbiamo condotto una ricerca sugli account Twitter ufficiali delle prime cinque città d’Italia, per scoprire come sono stati affrontati questi temi nei 365 giorni che hanno preceduto l’evento:

I risultati dell’analisi evidenziano l’assenza di tweet  sul rischio sismico, in particolare quelli redatti in ottica di sensibilizzazione e prevenzione.

Tra le città “ascoltate”, sono Napoli e Torino quelle che hanno condiviso con i propri follower il numero minore di post afferenti all’universo della protezione civile.

La rilevazione evidenzia che l’unico tweet dedicato al terremoto è quello postato dall’account del comune di Torino che, in seguito all’evento sismico avvertito nel piemontese il 30 luglio, invita gli utenti a consultare l’account ufficiale di @INGVterremoti per eventuali aggiornamenti, senza fornire  indicazioni ulteriori sui comportamenti di autoprotezione da attuare.

In fase di emergenza il trend si inverte.
Vengono meno i “6(.0?) gradi di separazione” dalla tematica del rischio sismico e gli account dei comuni analizzati si riscoprono prolifici di contenuti sul terremoto.

Questi esempi pongono l’accento sulla necessità di implementare un progetto condiviso che indirizzi le componenti del sistema, verso una comunicazione del rischio integrata e organizzata strategicamente per la promozione di tutte le fasi della protezione civile, con un imprescindibile attenzione alla prevenzione.

La complessità di questa sfida è stata affrontata dalla protezione civile nazionale con #SocialProCiv, il percorso di studio che si pone l’obiettivo di creare in Italia i presupposti per una rete social di protezione civile.

Proprio #SocialProCiv rappresenta uno dei pochi elementi di novità nella grammatica social del Terremoto Centro Italia.

L’hashtag ufficiale, associato alla campagna social a sostegno del numero solidale 45500, è comparso tra i trending topic di Twitter.

Fondamentale per la diffusione dell’hashtag risulta essere l’operato degli account twitter di Telecom Italia che hanno contribuito in modo decisivo a sdoganarlo al grande pubblico, creando un benchmark seguito da altre importanti aziende del paese e dimostrando ancora una volta quanto sia necessario trovare non solo un lessico comune, ma anche interpreti efficaci e con il potenziale giusto per innalzare il livello dell’attenzione sulla comunicazione di protezione civile in Italia.

L’esempio dell’hashtag #socialprociv e il contributo alla diffusione garantito da utenti e aziende che lo hanno adoperato, deve rappresentare uno spunto per tutte le componenti del sistema chiamate a sfruttare le potenzialità della comunicazione online e ad implementare campagne che instillino nei cittadini una nuova sensibilità in ambito di prevenzione dei rischi.

Il solco è già stato tracciato dal lavoro svolto dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e dagli enti previsori che in questi anni hanno messo in campo alcune strategie di prevenzione non strutturale, per favorire la conoscenza online e offline del rischio sismico e degli altri potenziali rischi a cui il paese è esposto.

Il dipartimento di protezione civile nazionale promuove con INGV, ANPAS e ReLUIS la campagna nazionale “Io non rischio” sulla riduzione del rischio sismico.

L’ INGV realizza un ‘opera di divulgazione e approfondimento della materia mediante il blog e in particolare con il thread dedicato alla storia dei terremoti in Italia e con la campagna di sensibilizzazione #italiapaesesismico condotta da Carlo Meletti, Geologo e responsabile del Centro Pericolosità Sismica dell’INGV.

Italiasicura, la struttura di missione del governo contro il rischio idrogeologico, realizza giornalmente un diario degli interventi strutturali contro il dissesto e per la messa in sicurezza delle scuole.

Il lavoro svolto da questi enti deve essere un buon viatico per comunicare in modo sistemico la protezione civile, proprio a partire dai comuni che possono sfruttare i contenuti prodotti dalle altre componenti del sistema, per sensibilizzare i cittadini sui rischi periodicamente e non necessariamente nel momento in cui si conclama l’emergenza.

In relazione ai player della comunicazione, l’eredita pesantissima di questa tragedia deve essere il motore per sviluppare un discorso sulla resilienza del nostro paese e quanto questa dipenda dalla comunicazione.
Intavolare questo dialogo sarà possibile in questi eventi :

Siamo disponibili al confronto, quindi a presto.