SMEM | Comunicazione, l’avanguardia inglese e l’incognita Brexit
26 Aprile 2017
Parte dalla Gran Bretagna l’esplorazione del vecchio continente in cerca delle migliori pratiche europee della comunicazione del rischio ed è proprio il paese che storicamente si è distinto come laboratorio aperto all’integrazione di etnie, esperienze e tecnologie ad offrire una serie di spunti di eccellenza nell’impiego dei social media per informare e coinvolgere gli utenti sui rischi e le situazioni di emergenza.
#WestminsterAttack
Il recente attacco terroristico che ha colpito Londra ha fornito un chiaro esempio della presenza consapevole e strutturata sui social media, costruita dalle principali agenzie di emergenza del paese negli ultimi anni.
Twitter è stato utilizzato in larga scala per gli aggiornamenti sull’evoluzione della crisi e per veicolare un messaggio di speranza e riscatto dalla minaccia terroristica, ma l’aspetto più interessante ha riguardato l’impiego da parte delle agenzie di gestione dell’emergenza della feature Twitter Alerts.
Questa funzionalità offre la possibilità ad account di enti pubblici e organizzazioni riconosciute di fornire aggiornamenti e informazioni rilevanti per un evento, inviando a tutti gli utenti iscritti al servizio una notifica (push – SMS) immediata.
Sign up to Twitter alerts today - receive critical info from @MetPoliceUK in times of crisis via text/notification directly to your phone pic.twitter.com/NLzeGhY3Nu
— Metropolitan Police (@metpoliceuk) 14 novembre 2016
Twitter Alerts from us will provide critical information in times of crisis in #London - Activate Today pic.twitter.com/FBQmjpyqqc
— London Fire Brigade (@LondonFire) 22 marzo 2017
Le principali istituzioni di soccorso della città di Londra dispongono di questa funzionalità e invitano i cittadini ad usufruire del servizio che può essere utilizzato anche senza l’ausilio di uno smartphone, in quanto le allerte vengono inoltrate agli abbonati anche via SMS.
Anche Facebook ha attivato il suo safety check, fornendo la possibilità agli utenti nell’area di testimoniare il proprio stato di salute.
Facebook has turned on its safety check for the attack in Westminster pic.twitter.com/R8EfHdvsrH
— Elena Cresci (@elenacresci) March 22, 2017
Proprio la dinamica dell’attentato ha reso difficile per l’algoritmo l’identificazione di un perimetro limitato allo scenario di crisi, estendendo l’attivazione del Safety Check verso gli utenti della megalopoli inglese che difficilmente potevano ritrovarsi all’interno dell’area in cui è stato perpetrato l’attacco.
L’invio della richiesta a un pubblico di iscritti così ampio nel contesto londinese, ha dato il via a una riflessione sull’efficacia del servizio nel generare un senso di rassicurazione, visto l’elevata percentuale degli utenti che non ha fornito un pronto riscontro alla richiesta di Facebook.
#StormDoris
La tempesta Doris che a febbraio ha colpito le isole britanniche causando una vittima e ingenti danni, è stata classificata dal servizio metereologico inglese (MET) come allerta rossa.
Il passaggio della pertubazione identificata con il maggiore livello di pericolosità ha generato danni alle strutture, interruzioni delle forniture elettriche, problemi notevoli alle reti di trasporto, oltre al pericolo di essere colpiti da oggetti trasportati dal vento.
credit: MET Office
Il fenomeno atmosferico è stato quindi ribattezzato dal MET (twitter) con l’appellativo di “Doris”, in ottemperanza a un preciso protocollo per il quale dal 2015 gli istituti meteo di Inghilterra e Irlanda decidono di attribuire ufficialmente un naming agli eventi più pericolosi, sottraendo questa possibilità a siti meteo o di news che impongono denominazioni spesso dettate da fini commerciali e propagandistici che poco hanno a che vedere con le logiche di allertamento.
Il passaggio della tempesta Doris ha messo in evidenza un ulteriore approccio sorprendente nella comunicazione del rischio promossa dalle istituzioni inglesi.
In particolare, l’account che ha più attirato l’attenzione, conquistando un posto nelle trending topic del periodo è quello di un reparto alquanto speciale della Guardia Costiera.
Il @CoastguardTeam attivo dal 2014 è uno dei canali utilizzati dall’istituzione per interagire con cittadini, ma con una peculiarità che rende unica la comunicazione proposta.
I componenti di questa speciale divisione sono dei LEGO che giornalmente si adoperano per comunicare con gli utenti in relazione ai rischi naturali e all’operatività del corpo.
La tempesta Doris ha visto i piccoli ufficiali in miniatura trasmettere con successo le prescrizioni da tenere e gli aggiornamenti in tempo reale, tanto da meritarsi una menzione d’onore tra gli account più incisivi e seguiti durante i giorni dell’eccezionale fenomeno atmosferico.
Wild weather for many parts of the country today as #StormDoris arrives. Please stay #WeatherAware and avoid exposed coastal areas #StaySafe pic.twitter.com/Af8jgeCvVx
— TheCoastguardTeam (@CoastguardTeam) 23 febbraio 2017
Just 30cms of flowing water can move a real car - please never attempt to drive through floods #StormDoris #ThinkDontSink #FloodAware pic.twitter.com/3nAevxE4oe
— TheCoastguardTeam (@CoastguardTeam) 23 febbraio 2017