Da Harvey a Ophelia: un uragano di dati in risposta all’emergenza
04 Dicembre 2017
La lunga stagione degli uragani 2017 ha offerto nuovi spunti per la comunicazione in fase di crisi, con nuovi interpreti che hanno contribuito in modo innovativo a raccogliere le richieste di soccorso e ad organizzare la risposta e la gestione dei soccorsi.
La rincorsa dei nuovi social
Twitter e Facebook mantengono ancora la leadership per utilizzo e servizi sviluppati ad hoc per le emergenze, ma spazi di conversazione dedicati alle crisi si sono sviluppati su nuovi canali.
Snapchat ottiene risultati sorprendenti con oltre 300K contributi alla sezione “our stories” dedicata all’uragano Harvey e un utilizzo massivo della feature maps, inusuale per Snapchat che aveva incontrato finora molte reticenze negli utenti a fornire la propria geolocalizzazione su mappa.
Just insane video coming in from around Houston on the Snap map, inside homes and neighborhoods pic.twitter.com/wMNPZJ9JNU
— Peter Hamby (@PeterHamby) 27 agosto 2017
Anche Reddit si impone come novità nel panorama, con oltre 4K commenti e 57K utenti iscritti al megathread dedicato agli aggiornamenti provenienti dalla città di Houston.
Lo stile poco mainstream e più partecipativo accomuna i nuovi canali alle iniziative di civic hacking e delle comunità di volontari digitali che hanno lavorato durante l’emergenza per mettere a sistema i dati e ridistribuire la conoscenza acquisita, mappando e censendo opportunità e necessità del territorio.
L’importanza dei dati aperti e l’applicazione del concetto di smart city ha fatto si che durante la calamità è stato possibile acquisire e verificare in tempo reale una serie di informazioni come il livello delle acque, i percorsi di evacuazione ancora sicuri e i centri di accoglienza più vicini.
La spontaneità delle iniziative e la possibilità di trovare dati aperti può favorire in contesti evoluti alcune iniziative di civic hacking come nel caso di harveyneeds.org, che ha tradotto i dati in risorse informative e di coordinamento per coadiuvare o sopperire agli sforzi dell’autorità competente.
“Old” but Gold
I “vecchi” social e i cari giornali di una volta tornano sempre utili quando l’occhio del ciclone travolge zone meno evolute o dove si deve testimoniare al mondo le necessità e le urgenze delle comunità colpite.
Anche in questo caso il racconto si evolve, trovando nuove forme di narrazione sempre più data driven.
Le mappe di Google Crisis Map, di certo meno local e costruite con logica top down, ma sempre di riferimento grazie all’integrazione in search nelle zone soggette a calamità.
Lo speciale del New York Times che ha raccolto in una mappa le segnalazioni giunte dalle persone in difficoltà durante l’uragano Harvey.
E, infine, Twitter capace di mostrare una maturità collettiva nell’utilizzo:
Informare
.@FEMA has a resource page for #Harvey information and #safety tips. Go to https://t.co/POmFLBvLtS pic.twitter.com/uRZDEP4SCC
— NOAA (@NOAA) 28 agosto 2017
Migliorarsi
We created an #Irma rumor control page to help you verify what’s true and what’s not. Visit it here: https://t.co/nnXuF8Q7E8 pic.twitter.com/ypNwNRlOM0
— FEMA (@fema) 8 settembre 2017
Testimoniare e attivare la risposta
Necker & whole area completely devastated. Thoughts with everyone affected by Hurricane #Irma. Thanks for support https://t.co/0ji8qCZR6K pic.twitter.com/47BDKyrjvK
— Richard Branson (@richardbranson) 7 settembre 2017
Offrire buone notizie
#Antigua survives #Irma with no loss of life. Great performance on preparedness. #HurricaneIrma #switch2sendai https://t.co/RcUWk10XmL pic.twitter.com/8NhWgtuqWD
— UNISDR (@unisdr) 6 settembre 2017
e dare spazio all’ironia per rendere più interessante la fase di prevenzione
Only in Ireland #Ophelia pic.twitter.com/pe9tXEPqcS
— Lauren langdon (@llangdon16) 16 ottobre 2017